Wednesday, May 30, 2007

I bigne' di Tonolo, il gelato al Doge, la manina a colazione


...ovvero tutto cio' che procurava GI, Goduria Intensa.

Tonolo era un'istituzione per il popolo studentesco di Venezia, il premio e insieme il pegno da pagare agli amici per aver superato l'esame, una difficile scelta tra top 3 (crema pasticcera, crema caffe' o crema cioccolato?), la tappa obbligatoria nei pomeriggi di nebbia all'uscita da Ca' Foscari. Tonolo univa in un coro unanime futuri architetti, latinisti, dirigenti d'azienda, topi di biblioteca, archeologi, commercialisti, biologi marini, insegnanti di lettere, matematici e aspiranti giornalisti. Ogni discussione cessava di fronte a ai suoi bigne e alle sue frittelle veneziane.

Il gelato no, altra storia. Qui il popolo si divideva e con l'arrivo della primavera si andava a caccia di Godurie Intense per strade diverse. C'era chi sceglieva Tarcisio, proprio di fronte alla Basilica dei Frari, e chi sceglieva il Doge, in Campo Santa Margherita. O l'uno o l'altro, niente compromessi. Io andavo in Campo e solo qualche anno piu' tardi, quando ormai della vita da studente era rimato solamente un bellissimo ricordo, ho voluto dare a Tarcisio una seconda chance. Oggi non saprei, purtroppo non metto piede sul suolo veneziano da molto tempo. Forse pero' farei nocciola da Tarci e panna cotta al Doge. E poi, immancabile, un cappuccio o uno spritz (dipende dall'ora) seduta all'aperto in uno dei tavolini del Duchamp, a leggere il giornale del sabato e a fare un po' di sano people watching.

La scoperta della manina la devo alla mia amica Michela, compagna di corso, compagna di stanza e compagna di esperimenti culinari. Quando fuori le sirene urlavano l'arrivo dell'acqua alta e in casa gli spifferi di vento attraverso le finestre rendevano inutile e ridicola la vecchia stufa a gas, quando l'esame era vicino e ormai non si poteva fare altro che sperare nell'affidabilita' della regola basket (vedi nota in calce), era la manina a riaccendere le speranze, lei cosi' calda, burrosa e gonfia di crema. E a riappacificarti col mondo c'era il fatto che proprio li', nel panificio sotto casa, vendevano la manina piu' buona di tutta la laguna. Solo una rampa di scale, non serviva nemmeno indossare le scarpe. "Oggi vai tu"? ci si domandava appena svegli. Il tempo di fare un caffe'.

Regola Basket: se il numero di pagine che restano da studiare per l'esame e' uguale o inferiore al numero di giorni che mancano all'esame stesso moltiplicato per 10, sei OK; altrimenti, sei fottuto!

Friday, May 04, 2007

Questioni di cuore

E' difficile esprimere a parole le emozioni di ieri sera. La Ciccia e' un locale fuori mano, un ristorante di quartiere dal menu tradizionale sardo, che ha aperto da poco all'angolo della 30ma e Church, andando a sostituire una vecchia bettola maleodorante e trasandata.

Ci ero stata gia' una volta e mi era rimasta impressa la loro Seafood Salad, un'insalata di mare tiepida che mi ha dato finalmente un'idea di Mediterraneo in quest angolo battuto dal vento.
Ieri ho deciso di tornarci perche' ero in compagnia di una persona speciale. Non lo vedevo da un anno esatto, anche allora era venuto in vacanza in California e ci eravamo incontrati di pomeriggio. Anche allora avevamo provato entrambi le stesse emozioni, ma non ce lo eravamo detti.

La storia e' finita da piu' di 8 anni, le nostre strade si sono divise e difficilmente andranno a incrociarsi di nuovo. Fatta eccezione per questi brevi momenti, poche ore in cui sembra che il tempo non sia mai passato, se non per qualche linea sul viso e i primi capelli bianchi.
Quando ci siamo conosciuti avevamo vent'anni, andavamo al cinema per 5,000 lire e la colazione al bar ci sembrava un lusso. Ci siamo dati tutto e abbiamo preso avidamente, ci siamo rubati una felicita' che forse non doveva appartenerci. Cosi' almeno ha voluto il destino e se non altro questa e' la spiegazione che ci siamo dati.

Accettando il consiglio del cameriere, ieri mi sono fatta incuriosire da un piatto di tagliolini al nero conditi semplicemente con olio extravergine e cuore di tonno grattuggiato. Io nemmeno sapevo che esistesse, il cuore di tonno da grattare sopra la pasta. E a differenza di quello che accadeva allora, quando era la sottoscritta a sbagliare l'ordinazione e a guardare con invidia quello che aveva lui nel piatto, stavolta il gioco si e' invertito grazie alla mia esperienza con l'offerta culinaria di questa citta'.

Ci siamo salutati con un abbraccio, intenso ma un po' amaro, mentre la nebbia arrivava puntuale come il suo taxi e il cameriere sgomberava l'ultimo tavolo rimasto da pulire.
Oggi sono passata davanti a La Ciccia e la proprietaria mi ha sorriso con uno sguardo materno. Ho dato un'occhiata al menu, i tagliolini al cuore di tonno non figuravano piu' tra gli speciali del giorno.

Tuesday, May 01, 2007

Cara vecchia Imperia


E' bello sapere che certe cose non cambiano. La Imperia in acciaio e la sua scatola rossa fanno parte della nostra memoria collettiva, un po' come il Carosello, il gol di Tardelli o i telefoni a gettoni della SIP.
Chi di noi non ricorda di aver visto da piccoli la macchina agganciata al tavolo della cucina, le file di vassoi infarinati e la palla di pasta messa a riposare sotto il telo umido? A casa mia il rito si ripeteva ogni sabato, quando la mamma preparava la sfoglia per i cannelloni in bianco, senza dubbio il suo cavallo di battaglia.
La vecchia Imperia mi ha sempre suscitato una sorta di timore. Simbolo di una tradizione antica, di uno stile di vita meno frenetico e di una dedizione totale alla famiglia, mi sembrava quasi anacronistico averla a casa mia, dove lo spazio e il tempo da dedicare alla cucina sono ridotti al minimo.
Ieri pero' ho deciso di fare il grande passo e con un misto di stupore e orgoglio ho scoperto che a distanza di decenni l'attrezzo usato dalle nostre nonne e' ancora in vendita tale e quale, stesso modello, non pretenzioso e privo di fronzoli, stessi accessori, stesso packaging dal sapore un po' retro.
E, a differenza dell'idea che ci siamo fatti da piccoli, ho scoperto che preparare le tagliatelle con la macchina non richiede poi tanto tempo, ammesso che prepariate una cena per due e non un pranzo per tre generazioni di commensali.....Tutto quello di cui avete bisogno sono un paio di uova, della farina 00 e un tocco di romanticismo.